Carlo Rocchi Bilancini

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Migrazioni


Contenitori, involucri, anfore, uova, maschere, metamorfosi, crisalidi. Membrane galleggianti nel liquido amniotico generatore di vita: l'acqua. Il quesito è, se quesito si deve porre, se, quali pelli di serpi, li dobbiamo intendere segni di una vita che altrove si manifesta, o quali embrioni dell'Essere in formazione di vita. Certo una domanda viene chiara: dov'è il figlio di Adamo ed Eva, la Creatura Intelligente? Bilancini, artista Mediterraneo ha nella genesi il dilemma metafisico speculativo evidenziato già nei manichini di Giorgio De Chirico, nei personaggi di Piero della Francesca, nel monolite di “Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.

In fondo, diciamocelo, di una odissea si tratta. Migrazioni ci comunica che Odisseo è tornato ma di lui vi e solo un'impronta. Il mondo mediterraneo si è trasformato: Circe l'ha trasfigurato: Circe dai bei capelli, la Dea incantatrice. Ora vagano gli abiti di coloro che lo formarono. Bilancini rende unico il soggetto. Uno opposto al tutto, uno nel tutto nella sua esasperata ricerca di verità. L'artista fotografo usa la realtà facendoci intuire che nel suo mare cosmico, da questa totale mancanza di vita, dalle profondità dello spazio può emergere Cetus il distruttore, il divoratore degli esseri.

Bilancini vuole un ritorno alla ragione, invoca un Rinascimento. E' il momento di rinascere. Vi è il limite che Ulisse si pone quando disceso nell'Ade, circondato da schiere infinite di morti (qui possiamo trascendere in parallelo le immagini del fotografo) Omero fa dire ad Odisseo: “ed io fui preso da verde orrore che della Gorgone il capo, di quell'orribile mostro, su dall'Ade mandasse la veneranda Persefone“. In arte la ricerca di Bilancini la ritroviamo nel foro di Fontana, nella torre di Brancusi.

E' lo speculare su una verità introvabile che la scienza ci fa oggi intravedere nei buchi neri.

Bilancini ci comunica un messaggio estremamente positivo, fa intuire, come la serpe che ha abbandona la livrea, ed intendo per livrea l'abito servile, l'uniforme che ci condiziona, che Noi siamo altrove, puri, illimitati, innocenti. Che quelle uniformi non ci appartengono, eppure misericordiosi, le nobilitiamo con il fare dell'arte. Ma ci suggerisce anche che ogni forma è ingannevole... così, cadde la rocca di Ilio illusa dal ligneo cavallo.

L'artista Bilancini attraverso armonie formali e cromatiche ha conferito a questi abiti (intendo il vero senso del vocabolo abitare) vibrazioni luminose vitali... non è forse il magnifico messaggio lasciato dallo scultore Medardo Rosso: dar vita alla la materia attraverso la vibrazione della luce!

Il fotografo attraverso l'immagine mostra la realtà nuda e cruda come la storia ce la propone, la rende artistica affinché la si possa contemplare incantati sia nella sua tragicità che nella sua bellezza.


Mauro Salvi

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